Quando si parla di economia e di mercati, uno dei rischi maggiori è la “ripetitività”. Non a caso, sono ritenuti argomenti un po’ “noiosi”, spesso poco chiari e per questo poco “coinvolgenti” ed empatici, quasi riservati agli “addetti ai lavori” (anche perché, non di rado, si utilizzano termini non a tutti comprensibili.
Senza dubbio, i “guizzi” sono pochi.
Peraltro, c’è da considerare anche un fattore “psicologico”.
Ci sono fasi in cui a prevalere sono notizie che hanno una valenza negativa e ampliano l’incertezza, trasmettendo un’idea di futuro irto di problemi e di difficoltà.
Con il Covid indubbiamente le cose sono cambiate. Il senso di precarietà è palpabile, molte certezze sono venute meno, fare programmi per il futuro è diventato più difficile, portando le persone a vivere il “qui e ora”, con poca voglia di affrontare i problemi e una minor disponibilità, probabilmente, al sacrificio, laddove, soprattutto, riguarda la “cosa pubblica”.
Non si può dire che questa sia, appunto, una fase particolarmente positiva. Non passa giorno in cui non ci venga ricordato che l’inflazione è ancora a livelli troppo elevati per “allentare” la corda, che l’economia rischia di piombare in recessione, che il nostro Paese è in una situazione finanziaria non particolarmente felice e che, di conseguenza, saremo chiamati a fare nuove rinunce, mentre a livello globale persistono problematicità di natura geo-politica che possono ulteriormente complicare l’ordine delle cose. E’ naturale, quindi, che gli individui tendano ad “evitare” argomenti portati a ripetersi e che non aiutano a trovare il sorriso.
Ovviamente, strettamente collegato agli aspetti economici, c’è il tema che più interessa il “cittadino comune”, vale a dire come difendere i propri risparmi e quali scelte adottare in determinati periodi, quale, appunto, quello che stiamo vivendo, contraddistinto da un’inflazione elevata che “erode” la ricchezza, ad iniziare, banalmente, dalla liquidità (il valore di 100€ di un anno fa non è più quello di oggi).
Oggi più che mai diversificare le proprie scelte di investimento è fondamentale, sapendo che è nei momenti più difficili che il mercato può offrire le maggiori opportunità.
Vero è che i tassi oggi hanno raggiunto livelli a cui non eravamo abituati da più di 10 anni, ma appunto per questo ormai è vicino il momento in cui sono destinati a fermarsi e riprendere, anche se con lentezza, la strada della discesa.
Vero è che più d’uno vede un rischio recessivo elevato, ma, fermo restando che non è così certo che arrivi, comunque non dovrebbe essere così “profondo”. Senza contare che i mercati tendono ad “anticipare” le fasi economiche, per cui, se ora sono molto cauti, nel momento in cui (e non dovrebbe passare molto tempo) le cose si chiariranno, potrebbero riprendere una fase di crescita, con il “ritocco” dei livelli toccati nei mesi scorsi.
Vero è che il petrolio ha raggiunto livelli elevati, ma chi ne è stato la causa (Russia ed Arabia Saudita, con il taglio della produzione) sa bene che oltre un certo livello non conviene andare, pena un drastico taglio dei consumi.
Vero è che la guerra russo-ucraina al momento non sembra avere sbocchi, ma è anche vero che non ci sono state “escalation” e che, sottotraccia, è probabile che le diplomazie stiano trattando per trovare una via d’uscita.
Vero è che gli Usa stanno per entrare in un anno elettorale che potrebbe portare a cambiamenti drastici, in caso di nuova vittoria di Trump (nothing impossible, soprattutto in quel Paese…), con maggior riguardo a temi di politica estera e di politica economica, ma quel Paese ha sempre dimostrato capacità sorprendenti, come i dati di questi mesi continuano a confermare.
Insomma, anche se, come cantava Franco Califano, “tutto il resto è noia”, qualche motivo per guardare al futuro con spirito positivo c’è sempre.
Questo, per esempio, è quello che sembrano volerci ricordare i mercati asiatici questa mattina, tutti in rialzo nonostante le negative chiusure di Wall Street ieri sera.
A Tokyo il Nikkei, in territorio negativo per buona parte della seduta, ha recuperato terreno e si appresta a chiudere vicino a + 0,20%.
Meglio fanno i mercati Great China, con Shanghai a + 0.34% e, a Hong Kong, l’Hang Seng a + 0,77%.
Segnali di rimbalzo per i futures, tutti in significativo rialzo (circa + 0,5%).
Petrolio di nuovo sugli scudi, con il WTI a $ 91,4 (+ 1,02%).
Gas naturale Usa che continua la sua “scalata” verso quota 3$: questa mattina è a $ 2,882, + 1,12%.
Viceversa, l’oro scende sotto la soglia dei $ 1.900, confermando la debolezza del momento (1.896, – 0,35%).
Non si arresta la corsa dello spread, che questa mattina tocca i 193,6 bp.
BTP a 4,73%, un livello che ci fa tornare indietro di quasi 11 anni.
Andamento analogo per il Bund tedesco, al 2,80%, ai massimi dal 2011.
Leggero recupero, invece, per il treasury Usa, che si ferma al 4,50% dal 4,55% di ieri.
Sempre forte il $, con €/$ a 1,0563.
Stabile il Bitcoin, a $ 26.233.
Ps: indubbiamente Amazon può essere definita un’azienda “game changing”. Un’azienda nata nel 1994 (era il 5 luglio), che in neanche 30 anni ha profondamente cambiato il nostro modo di vivere. Una realtà che oggi conta 1,5 ML di dipendenti a livello globale (14.000 solo in Italia), con un fatturato di $ 434 MD nel 2022, che ha portato il valore della società a $ 1.233 MD, con il brand valutato oltre $ 350 MD (solo Apple vale di più), con oltre 300 ML di clienti attivi e ben 2,2 MD di visite mensili sul sito Amazon.com. E poi ci chiediamo perché la piccola distribuzione è in crisi…